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Descrizione:
Poeta, drammaturgo, narratore, traduttore, Walter Savage Landor fu uno dei maggiori classicisti del suo tempo. Compagno di studi di Henry Cary a Rugby prima e a Oxford poi, Landor trascorse due lunghi periodi in Italia, principalmente in Toscana, tra il 1815 e il 1835 e dal 1858 fino al 1864, anno in cui morì in solitudine e povertà a Firenze.

L’incontro con Dante risale agli anni della giovinezza, quando intraprese la lettura della Commedia in lingua originale (Super 1954: 73) , ma il suo rapporto con il poeta italiano fu sempre a dir poco controverso. Lontano dall’ammirazione incondizionata di molti romantici suoi contemporanei, Landor riecheggiò nei suoi scritti le posizioni di tanti lettori inglesi del Settecento, in cui il gusto neoclassico si saldava a un forte sentimento anti-cattolico, identificando Dante come poeta  non solo scorretto nella prosodia e  grossolano nell’imagery, ma anche criticabile sul piano morale. 
Eppure Dante e le sue opere sono presenza costante nel macrotesto di Landor che, ad esempio,  fa del poeta italiano e della sua Commedia  uno degli argomenti principali delle conversazioni tra Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca in Pentameron (1837). Nei giudizi su Dante espressi dall’adorante certaldese e dal ben più critico Petrarca il lettore può leggere, in filigrana, le posizioni dello stesso Landor riguardo allo stile, alla struttura, ai personaggi del poema dantesco, tra i quali egli prediligeva, come la maggior parte dei suoi contemporanei, Ugolino e Francesca. 
Dante compare anche in due conversazioni immaginarie pubblicate alla metà degli anni Quaranta – “Dante and Beatrice” (1845) e “Dante and Gemma Donati” (1846) – dove il poeta italiano è colto in una dimensione più familiare, a colloquio con le donne della sua vita. Le conversazioni si tingono di sfumature autobiografiche laddove Landor rilegge il rapporto di Dante,  rispettivamente con l’amore giovanile trasformato in musa ispiratrice e con la madre dei suoi figli, alla luce della propria vicenda umana (Ferrari 2017: 12-19). 
Nell’ultima parte della sua carriera, la figura del fiorentino si lega a doppio filo alle istanze storico-politiche del Risorgimento italiano, cui Landor convintamente aderisce: di conseguenza, Dante diventa emblema di una poesia capace di risvegliare le coscienze contro l’oppressione e la tirannide, come testimoniato dai componimenti "Dante" (1850) e "Italy in January 1853" (1853). 

Principali opere con rimandi danteschi 

1837 Pentameron 
1845 “Dante and Beatrice”  (Landor ii 1853: 152-154).
1846 “Dante and Gemma Donati” (Landor ii 1853: 232-234).
1850 “Dante” 
1853 “Italy in January 1853” 
1863 “The Daughter of Dante” 

Bibliografia:
LANDOR W.S., 1853. The Works of Walter Savage Landor, 2 vols., London: Moxon.
LANDOR W.S., 1927-36. The Complete Works of Walter Savage Landor, 16 vols., ed. T. Earle Welby, London: Chapman & Hall.  

FERRARI R., 2017. “Dantesque Conversations: Walter Savage Landor’s Portraits of Dante”, in  Journeys through Changing Landscapes, ed. C. Dente and F. Fedi, Pisa: Pisa University Press, 3-27. 
SUPER R.H., 1954. Walter Savage Landor: A Biography, New York: New York University Press.

Autore: Roberta Ferrari

Walter Savage Landor, 1860. Engraving after photograph by Herbert Watkins
Source: Illustrated London News (15 October 1864): 385