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Descrizione: Non dubitava che un profondo entusiasmo fosse all’origine della missione di Giovanna d’Arco lo storico William Guthrie, autore di una General History of England in quattro volumi e pubblicata tra il 1744 e il 1751. Con meraviglia, ma anche con una certa ponderatezza, lo storico ripercorre la storia dell’eroina di Francia attraverso i campi di battaglia fino all’aula del processo, ricostruendo con dovizia di particolari le circostanze che avevano prodotto “this wonderful person’s exploits” (W. Guthrie, A General History of England, vol. 2, 1747,  p. 531). Egli prende immediatamente le distanze dagli scrittori che già si erano espressi sull’argomento, scegliendo innanzitutto di documentare con più accuratezza le fasi che hanno preceduto la sua carriera. Come altri storici suoi contemporanei, anche lui ripropone la storia della serva di un’osteria abituata a svolgere mansioni che la preparano alla sua futura missione, ma non tralascia di spiegare le ragioni che avevano spinto l’umile pastorella a rompere gli schemi della sua tranquilla sfera domestica: a partire dalla sua adolescenza, Giovanna aveva mostrato attitudini maschili che erano divenute motivo di seria preoccupazione per il padre e che la spinsero a trovare un’occupazione in un’osteria di Neufchâteau, grazie alla quale ella imparò non soltanto a cavalcare e a badare ai cavalli, ma poté anche svolgere tutte quelle mansioni che lei riteneva essere adatte alle sue inclinazioni. La sua occupazione è dunque frutto una libera scelta, e la sua vocazione il risultato di una profonda riflessione che porta il suo buon senso, il suo genio e la sua mente a votarsi alla causa del Delfino. Una irrefrenabile spinta all’azione e un disinteressato e sincero entusiasmo animano inoltre il suo corpo e la sua mente a tal punto da scegliere la compagnia dei santi, i quali la esortarono ben presto a farsi carico della gloriosa impresa di liberare la città di Orléans dall’assedio degli inglesi. Così, fortemente persuasa di essere investita di una missione divina, Giovanna fugge dalla casa paterna, giunge a Vaucouleurs e converte alla sua causa uno scettico Robert de Baudricourt. Tuttavia, spiega lo storico, il capitano non tardò a comprendere quanto una tale dedizione, unita ad una appropriata propaganda del suo mandato divino, avrebbero potuto cambiare le sorti della Francia: Guthrie rifiuta però l’ipotesi dell’espediente messo in atto per scopi politici, poiché se Giovanna fosse stata un’impostora, certamente non sarebbe riuscita a portare a termine la missione che si era prefissata. Ciò non basta a indurre lo storico ad ammettere un’ispirazione divina all’origine di essa, poiché per lui, Giovanna è semplicemente una devota entusiasta e ogni suo presunto miracolo, dal riconoscimento del Delfino al ritrovamento della spada nella chiesa di Santa Caterina, trova una razionale spiegazione. Anche i suoi successi sono dovuti ad un concorso di fattori che si riassumono nelle capacità militari da lei gradatamente acquisite, nella sua determinazione e nella sua prudenza, qualità che accrescono, tra i francesi, la sua fama di messaggera divina e alimentano il più totale sconcerto degli avversari. Ciò fa sì che questi ultimi si arrendano alla loro paura anziché alla forza del nemico, nella convinzione che il demonio fosse il potente alleato della Pulzella.
Il giovane Enrico VI giunge quindi in una Calais abbandonata dai soldati e dagli ufficiali disertori, terrorizzati, come confermato da Rymer, dall’influenza malefica della Pulzella; Carlo, invece, dopo la sua consacrazione a Reims vede accrescere la sua dignità di re per diritto divino. L’evento chiude per Guthrie la gloriosa missione dell’eroina, la quale si ritrova comunque costretta, suo malgrado, a portare avanti le campagne militari e a rinunciare al suo desiderio di fare ritorno alla sua tranquillità domestica.
Segue un dettagliato resoconto delle vicende che vedono protagonista il duca di Bedford e il suo tentativo di infondere nuovo vigore agli inglesi; ma è la cattura di Giovanna a dare una definitiva svolta al corso degli eventi, un evento che Guthrie spiega con una forte gelosia ormai diffusa tra gli ufficiali francesi dopo le innumerevoli vittorie da lei conseguite. Tuttavia, nemmeno lo zelo sanguinario di Cauchon e le accuse che lo storico non esita a definire ridicole poterono incrinare l’integrità e l’eroismo della Pulzella, alla quale rimprovera comunque la sua ostinazione nel voler continuare a credere alle sue visioni, l’unico elemento sul quale era stata basata la sua condanna. Guthrie giustifica l’abiura come l’ultimo tentativo di Giovanna di salvare la propria vita, sebbene gli inglesi riuscirono a farla ricadere nei suoi errori costringendola con l’inganno a riprendere quegli abiti maschili, ai quali aveva formalmente rinunciato: “Thus it is plain that her madneſs, though ſtifled, had not been yet extinguiſhed” (Ibid., p. 549). Può stupire un simile giudizio da parte di Guthrie, fino a qui impegnato a tessere le lodi della sua eroina; ma non possiamo trascurare il suo punto di vista di scrittore illuminato, il quale, se aveva riconosciuto l’eccezionale valore di questa umile contadina non poteva, per contro, ritenere possibili “the imaginary walks of our heroine’s ambition” (Ibid., p. 532).


Autore: William Guthrie (1708-1770)

Datazione: 1744-1751

Ed. moderne: A General History of England, Beginning With the Reign of Edward the Second And Ending With that of Henry the Eighth, by William Guthrie, 4 vols., vol. 2., London: T. Waller, 1747.
Riferimenti a Giovanna d’Arco: pp. 531-549.

Nazione: Inghilterra

Parole chiave

  • Storiografia, William Guthrie
Giovanna d’Arco, incisione di Noël Le Mire, XVIII secolo.
http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b8551151n/f5.item