Opera: 4.48 Psychosis

Traduzione: Barbara Nativi

Data debutto: 10/09/2010

Luogo debutto: Teatro alla Mole, Ancona

Regia: Valentina Rosati

Compagnia/Produzione: Compagnia Belteatro e Teatro Stabile delle Marche in collaborazione con Amat / Festival Ars Amando di Amandola

Interpreti e team creativo
con Barbara Ronchi
voce Gabriele Portoghese
luci Mauro Marasà
elementi scenici, costumi e musiche Belteatro

Tournée/Riprese
Teatro Litta, Milano (20-22 novembre e 27 novembre-2 dicembre 2012, insieme a Benji di Claire Dowie)

Descrizione: Versione sensibilmente rimaneggiata di 4.48 Psychosis, compattato in soli trenta minuti, rimontato e contaminato con interpolazioni originali. Il format è quello del monologo o, meglio, dello pseudo-monologo, grazie agli interventi della voce fuori scena di Gabriele Portoghese nei dialoghi medico/paziente. Quella interpretata da Barbara Ronchi, tuttavia, è solo a prima vista un’iterazione del modello canonico dell’assolo al femminile. Sin dall’incipit, con l’attrice che si presenta in proscenio, a sipario ancora chiuso, e utilizza le battute dell’Io suicida di 4.48 Psychosis per confezionare un numero da cabaret, lo spettacolo propone una sistematica teatralizzazione sia dell’atto di narrazione del sé, sia della prova d’attrice che ne ha rappresentato, in Italia, la tipica incarnazione scenica. Sul ciglio del baratro, Ronchi riporta a galla tutto lo humour nero di Sarah Kane e si esibisce in una serie di numeri attoriali che, nello scontro con la presenza incombente e paternalistica del suo interlocutore fuori scena, assumono spesso i contorni di una coraggiosa, caparbia rivendicazione del proprio diritto all’autorappresentazione.  

Contributi critici scelti
Alessia Raccichini, “Il sorriso amaro nelle psicosi di Sarah Kane”, Krapp’s Last Post, 16 ottobre 2010 https://bit.ly/2AI50FB
Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, PUP, 2020, pp. 80-83

Contenuti multimediali
Collegamento al video integrale dello spettacolo