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Descrizione:
Letterato e traduttore irlandese, autore della prima versione completa della Divina Commedia in lingua inglese.

Se a Henry Boyd è stato attribuito l’indiscusso merito di aver offerto la prima traduzione organica della Commedia (Inferno, 1785; Purgatorio e Paradiso, 1802), gran parte della critica, orientata verso teorie tytleriane, ha tuttavia condannato la manipolazione del testo dantesto proposta dall’autore. La terza rima è forzata in una struttura di sestine AABCCB, caratterizzata da rime talvolta sgraziate e da uno stile che Gilbert Cunningham (1965: 15) ha definito 'rigido e borioso'; la traduzione, o ‘parafrasi’, presenta profonde discrepanze semantiche. Criticata è la libertà di interpretazione con la quale Boyd si rapporta all’originale, attenuando o amplificando immagini assurde e offensive dell’Inferno e sacrificandone i contenuti, questi ultimi oggetto di idiosincratici commenti nelle note al testo: 

'If we take this punishment in an allegorical sense, it is designed to describe the misery that attends the habitual, and undue activity of the subordinate powers of the mind. This remark will apply to all the penal exhibitions in the Poem.' (Boyd, i, 148–9).

'The Translator has abridged this odious description as much as was compatible with any degree of clearness. The early Poets of middle age described every thing, however disgusting, with great minuteness.' (Boyd, i, 338–9).

Religione, morale e immaginario dantesco: le difficoltà di Boyd nel cogliere i valori del poema nella loro pienezza emergono dalle numerose digressioni su quelle che, nella sua prefazione, chiama 'general rules of morality' (Boyd 1802: i). Ciononostante, il concreto tentativo di introdurre Dante al pubblico inglese è degno di nota, dato lo sparso repertorio di frammenti e traduzioni parziali esistenti in Inghilterra fino all’Ottocento. È inoltre importante considerare la versione parafrastica di Boyd alla luce di quelle che erano state le norme per una buona traduzione almeno fino alla comparsa del trattato di Alexander Fraser Tytler nel 1791. In questo senso, Boyd è classificabile come traduttore ‘neoclassico’ (De Sua 1964: 13–17; 26–28; Reynolds 1965: 20–21) e fedele alla teoria di Dryden, secondo il quale la traduzione era 'synonymous with paraphrase' e 'fidelity was but a secondary object' (Tytler 1978: 77). Diversamente, la seconda versione in lingua inglese della Commedia, a cura di Henry Francis Cary, soddisfa le emergenti necessità romantiche di una traduzione 'word-by-word and line by line' (Dryden 1680: 172) in piena regola con le convenzioni dell’epica, che prevedono uso di versi sciolti e dizione erudita (Crisafulli 2003: 140). Tuttavia, in ultima istanza, 'the difference between Cary and Boyd is only a question of degree: Cary assumes the same attitude as Boyd, only with more restraint and control' (Tinkler-Villani 1989: 183). 

Recensioni delle traduzioni di Boyd

ANONIMO, 1786. "Some Remarks on Mr. Boyd’s Translation of Dante", The Gentleman’s Magazine, 56, 928-29

GILLIES J., 1785. "Review of Boyd, A Translation of the Inferno of Dante", The Monthly Review, 73, 425–27

MOREHEAD R., 1803. "Review of Dante, Divina Commedia, trans. Boyd", Edinburgh Review, 1, 309–10

Henry Boyd, The Divina Commedia of Dante Alighieri (1802), frontespizio

Bibliografia:
BOYD H., 1802. The Divina Commedia of Dante Alighieri, 3 vols., London: Cadell-Devies.

CRISAFULLI E., 2003. The Vision of Dante: Cary’s Translation of The Divine Comedy, Leicester: Troubador.
CUNNINGHAM G. F., 1965. The Divine Comedy in English: A Critical Bibliography, 1782–1900, Edinburgh & London: Oliver & Boyd.
DE SUA W. J., 1964. Dante into English, Chapel Hill: The University of North Carolina Press.
DRYDEN J., 1680. "The Three Types of Translation", in Robinson D. (ed.), Western Translation Theory: From Herodotus to Nietzsche, Manchester: St. Jerome Publishing, 1997, 172–74.
REYNOLDS B., 1965. "English Awareness of Dante", Nottingham Medieval Studies, 9, 4–14.
TINKLER-VILLANI V., 1989. Visions of Dante in English Poetry, Amsterdam: Rodopi.
TOYNBEE P., 1909. Dante in English Literature: From Chaucer to Cary, 2 vols., London: Methuen, i, 410–19.
TYTLER A. F., 1978. Essays on the Principles of Translation,  Amsterdam: John Benjamins. 

Autore: Silvia Riccardi

Frontespizio della prima edizione di The Divina Commedia of Dante Alighieri, 1802