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Descrizione:
Poeta, pittore e incisore inglese, illustratore della Divina Commedia.

Nel 1800 Blake esegue per William Hayley una serie di diciotto Heads of Poets, inclusa quella di Dante. Nel 1824 John Linnell gli affida  l’incarico di illustrare l’Inferno, esteso successivamente alle altre due cantiche, con lo scopo di derivarne una serie di incisioni. Il 9 ottobre dello stesso anno, Samuel Palmer descrive l’inizio dei lavori: 'On Saturday, 9th October 1824, Mr. Linnell called and went with me to Mr. Blake. We found him lame in bed, of a scalded foot (or leg). There, not inactive, though sixty-seven years old, but hard-working on a bed covered with books sat he up like one of the Antique patriarchs, or a dying Michel Angelo. Thus and there was he making in the leaves of a great book (folio) the sublimest designs from his (not superior) Dante.' (Paley 2003: 110).
Con la morte dell’autore nel 1827 il progetto rimane incompleto, limitato a quattro bozzetti e novantotto acquerelli (sessantotto dall’Inferno, venti dal Purgatorio, dieci dal Paradiso), dai quali sono state tratte sette incisioni. 

Dal testo all’immagine
Nonostante Blake avesse iniziato a studiare l’italiano appena ricevuto l’incarico, la suggestiva serie di acquerelli è basata sulla traduzione di Cary, considerata da Blake 'superior to all others' (Paley 2003: 111). La tecnica pittorica adottata da Blake non prevede l’uso del colore come effetto decorativo, bensì come elemento chiave per evocare e distinguere l’atmosfera da una cantica all’altra (Bindman 2007: 33). Tuttavia, l’autore non limita le proprie illustrazioni ad accompagnamenti pittorici del poema dantesco; come anche per il Paradise Lost di Milton, ne propone una reinterpretazione critica degli aspetti morali e spirituali. Se Blake condanna, come Dante, materialità e corruzione del potere, egli trova allo stesso tempo che la teologia della Commedia sia fondata su principi materialistici, come emerge dal commento della tavola incompleta Homer, Bearing the Sword, and his Companionstratta dall’Inferno. Secondo Blake, Dante strumentalizza  dio per vendicarsi dei  suoi nemici politici, trascurando il valore cristiano del perdono  (Bindman 2007: 38): 'Every thing in Dantes Comedia shews That for Tyrannical Purposes he has made This World the Foundation of All, & the Goddess Nature ...  is his Inspirer & not the Holy Ghost' (Bindman 2000: no. 7).
Fuller (1988: 351) e Baine (1987: 134) sostengono che la relazione tra il testo dantesco e le rappresentazioni di Blake rimane controversa: '[t]he individual designs have tended to be interpreted in relation to Blake’s idiosyncratic mythology and ideas, rather than as direct and deliberate illustrations of the original text' (Fuller 1988).

Illustrazioni della Divina Commedia 

Opere con rimandi danteschi 
1790. The Marriage of Heaven and Hell 

Lettere
1 luglio 1806, al direttore del Monthly Magazine 
15 marzo 1827, a John Linnell 
25 aprile 1827, a John Linnell

Bibliografia:
BAINE R.M., 1987. "Blake's Dante in a Different Light", Dante Studies 105, 113-136. 
BINDMAN D., 2000. The Divine Comedy, William Blake, Paris: Bibliothèque de l'image.
BINDMAN D., 2007. "Artists Discover Dante", in Bindman D., Hebron S., O’Neil M., Dante Rediscovered. From Blake to Rodin, Grasmere: The Wordsworth Trust, 23–44.
FULLER D., 1988. "Blake and Dante", Art History 11, 349–373.
PALEY M.D., 2003. The Traveller in the Evening: The Last Works of William Blake, Oxford: OUP.
TOYNBEE P., 1909. Dante in English Literature: From Chaucer to Cary, 2 vols, London: Methuen, i, 455–459.  

Autore: Silvia Riccardi

William Blake, L. Schiavonetti da T. Philips, 1808, Victoria National Gallery, Melbourne. Frontespizio in BLAIR R., The Grave: A Poem. London: Robert Cromek, 1808