Opera: Crave

Traduzione: (in tedesco) Marius von Mayenburg

Data debutto: 06/04/2000

Luogo debutto: Palazzo dei Congressi, Taormina

Ideazione/Drammaturgia: Marius von Mayenburg

Regia: Thomas Ostermeier

Compagnia/Produzione: Schaubühne am Lehniner Platz

Interpreti e team creativo
con Falk Rockstroh, Thomas Dannemann, Cristin König, Michaela Steiger
scene Rufus Didwiszus
costumi Bernd Skodzig
musica Jörg Gollasch
video Jörg Felden, Rufus Didwiszus
luci Erich Schneider

Tournée/Riprese
(La data del debutto si riferisce a quello italiano, durante il Premio Europa per il Teatro, VIII edizione. La produzione ha vinto il Premio Europa Nuove Realtà Teatrali)
Schaubühne am Lehniner Platz, Berlino, Germania (23 marzo 2000)

Descrizione:

Thomas Ostermeier, dal 1999 direttore artistico dell'ormai storico Schaubühne di Kreuzberg, nel 2000, a Taormina, viene insignito del Premio Europa per il Teatro - Nuove realtà teatrali, per «aver contribuito a dare espressione alle inquietudini delle giovani generazioni offrendone, attraverso il teatro, uno spaccato fedele e pregnante».
Proprio in quell'occasione, viene presentata al pubblico italiano la sua versione di Crave, con il titolo Gier, come vuole la traduzione del dramaturg Marius von Mayenburg; un'intensa liaison, quella tra il regista tedesco e il teatro inglese contemporaneo, che vede gli albori alla “Baracke am Deutschen Theater”, dove Ostermeier dirige anche il Ravenhill di Shopping and Fucking, facendolo conoscere in Germania.
La scenografia di Gier prevede la presenza di quattro parallelepipedi di plexiglass neri («illuminati internamente da ologrammi con effigi umane», Di Giammarco) sui quali sono issati i quattro personaggi, le quattro voci poetiche e musicali emesse dai corpi di Falk Rockstroh, Thomas Dannemann, Cristin Konig e Micaela Steiger. È, come in altre produzioni di Crave, il paragone con un concerto quello che emerge dalle parole che Roberto Canziani dedica allo spettacolo: «Sono sentieri sonori lungo cui seguire il succedersi di questi frammenti di frasi, brandelli di colloqui intrattenuti forse solo con se stessi, e rimontati dopo che un’esplosione sembra averli sparsi su un terreno arido».
Come tutti gli altri testi di Sarah Kane, Crave è entrato a far parte del repertorio dello Schaubühne, tanto che, nel 2006, Ostermeier, intervistato da Sierz, parlava della sua centoventesima replica: a differenza che nel Regno Unito, dove la fortuna di Kane è stata tardiva, in Germania i suoi testi si sono rapidamente elevati al rango di “classico” e ritenuti dunque in grado di assicurare spettatori e successo.

Contributi critici scelti
Patalogo n. 23, pp. 148-9 ("La vetrina/I premi")pp. 179-180 ("I festival")
Scheda spettacolo sul sito del teatro Schaubühne https://bit.ly/2pXVzJm
Roberto Canziani, "Nel mistero dell'infelicità", Tuttoteatro, I, n. 4 (12 aprile 2000) https://bit.ly/2xYaAhV
Rodolfo Di Giammarco, "Quegli amori desiderati e sperperati", La Repubblica (11 aprile 2000) https://bit.ly/2Orign4
Aleks Sierz, "For us, she is a classic",  (23 ottobre 2006) https://bit.ly/2xJr0f4

Da www.schaubuehne.de/en/produktionen/gier.html; credit Arno Declair

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