Opera: 4.48 Psychosis

Data debutto: 09/06/2009

Luogo debutto: Nuovo Cinema Teatro Italia, Soliera (Arti Vive Festival)

Ideazione/Drammaturgia: Stefano Cenci ed Elisa Lolli

Regia: Stefano Cenci

Compagnia/Produzione: Compagnia Stefano Cenci in collaborazione con Arti Vive Festival - Soliera (Mo) e Pensieri Acrobati

Interpreti e team creativo
con Elisa Lolli, Stefano Cenci

Tournée/Riprese
Cinema Teatro Italia, Soliera (Arti Vive Habitat, 25 marzo 2010) 
Teatro San Pietro, Volterra (Festival VolterraTeatro, 30 luglio 2010)
Teatro della Contraddizione, Milano (10-12 febbraio 2012)
Teatro Scientifico, Verona (2 marzo 2012)
Teatro Everest,  Firenze (16-17 marzo 2012)
Cinema Teatro Italia, Soliera (7 novembre 2013)
Teatro Camploy, Verona (6 febbraio 2014)
Biblioteca Comunale, Suzzara (23 febbraio 2014)
Teatro Portland, Trento (27 Febbraio 2015)
Florian Espace, Pescara (24-25 maggio 2015)

Descrizione: Senz’altro una delle più riuscite tra le versioni di 4.48 Psychosis sinora proposte in Italia, lo spettacolo realizzato da Stefano Cenci ed Elisa Lolli nasce da un esercizio di improvvisazione in cui i due attori-autori si divertono a giocare con il testo di Sarah Kane, contaminandolo con una fitta trama di influenze letterarie e citazioni pop. Il debutto avviene in forma di studio, con una drammaturgia imbastita, per l’appunto, “in quattro e quattr’otto”, nella quale Lolli interpreta se stessa alle prese con Cenci nel ruolo del regista che, da fuori scena, la dirige con occhio critico e fare spesso dispotico mentre lei recita, a intermittenza, i ruoli sovrapposti di Sarah Kane, Ofelia e la Winnie di Happy Days. È soprattutto la resiliente di Beckett beckettiana, con la sua ostinazione ad andare avanti nonostante tutto, a filtrare l’esperienza dell’attrice costretta a confrontarsi, da un lato, con le angherie di Cenci alla console di regia e, dall’altro, con la sua personale riluttanza a “essere” i personaggi femminili che è chiamata a interpretare ma ritiene troppo lontani da lei per aspetto, vissuto e indole: l’ultima cosa che ha intenzione di fare, a differenza di Ofelia e dell’Io di 4.48 Psychosis, è “arrendersi alla morte”. Non aiuta inoltre a calarsi nella parte il fatto che la figura di Sarah Kane si presenti all’interno della cornice metateatrale già mediata dai più triti cliché sulla sua vita e la sua opera: nello spettacolo, le parole di Sarah Kane sono precedute dalle parole su Sarah Kane, con un gesto che inserisce a tutti gli effetti il polo ricevente all'interno del processo creativo. Una condivisione di prerogative che pare tanto più opportuna se si considera che lo spettacolo stesso ha continuato a modificarsi ed evolversi via via che è entrato in contatto con nuovi spazi e nuovi spettatori, nel corso di diverse riprese che si sono protratte fino al 2015. 

Contributi critici scelti
Recensioni:
Martina Melandri, "Sarah Kane, Ofelia e il gioco dell'immedesimazione", Krapp's Last Post, 18 febbraio 2012 https://bit.ly/2zriCEG
Enrico Piergiacomi, "Tra Ofelia e Sarah Kane, in quattro e quarant'otto", Teatro e Critica, 3 marzo 2015 https://bit.ly/3fG7N1Z

Altri riferimenti:
Sara Soncini, Le metamorfosi di Sarah Kane: 4.48 Psychosis sulle scene italiane, Pisa, Pisa University Press, 2020, pp. 86-95.